martedì 28 aprile 2009

Nestor Cerpa Cartolini.


Questa è una piccola operazione sulla memoria, perché qualche volta dimenticare è una colpa.
Ci sono stati uomini che, come il 'CHE', hanno perso la vita combattendo per i loro ideali di giustizia ed eguaglianza nel tentativo di costruire un mondo migliore. Purtroppo, secondo noi, il loro sacrificio non è ricordato come merita. Abbiamo deciso quindi di dedicare una pagina mensile alla memoria di questi 'Guerriglieri eroici'. E tu ti ricordi di Nestor Cerpa Cartolini?

Si faceva chiamare Evaristo, ma il suo vero nome era Nestor, Nestor Cerpa Cartolini, per esser precisi. Sono passati dodici anni dalla sua morte. Il comandante Evaristo fu ucciso insieme ai suoi compagni il 22 Aprile del 1997 da unità speciali del governo peruviano.
Con un gruppo di tredici fidati compagni, il 17 dicembre 1996, alle 20,25 ora locale, il combattente del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, MRTA, assaltò la residenza dell’ambasciatore giapponese a Lima, durante una sontuosa festa affollata di personalità locali ed internazionali: politici, diplomatici accreditati in Perù, militari, imprenditori. Lo scopo dell’azione fu sintetizzato nel loro primo comunicato:
La direzione nazionale del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru si rivolge al popolo peruviano per rendere noto che il giorno martedì 17 dicembre alle ore 20,25 la Unità delle Forze Speciali "Edgard Sanchez" della nostra organizzazione, ha occupato militarmente la residenza dell'ambasciatore del Giappone e ha preso come prigionieri diverse personalità politiche, imprenditoriali e membri del corpo diplomatico accreditati in Perù.
Abbiamo denominato questa operazione: " Oscar Torre Condesu " con la parola d'ordine "rompendo il silenzio, il popolo li vuole liberi", questa operazione e' incaricata dal comandante dell'MRTA HEMIGIDIO HUERTA LOAIZA. Rendiamo noto che dall’occupazione militare della residenza dell'ambasciatore giapponese in Perù si sono prese tutte le precauzioni del caso per rispettare l'integrità fisica e morale delle personalità catturate. Quest’occupazione militare è stata realizzata come protesta per l'ingerenza del governo Giapponese nella vita politica del nostro paese, avallando in tutti i momenti i metodi di violazione dei diritti umani applicati dal governo del signor Fujimori, cosi come la sua politica economica che ha prodotto miseria e fame per la maggioranza del popolo peruviano.
Riaffermiamo che ci siamo trovati costretti a queste misure estreme per preservare la vita di decine di militanti e dirigenti della nostra organizzazione che sono prigionieri in condizioni inumane e sottoposti ad una politica carceraria che cerca il loro annichilimento fisico e mentale, rinchiusi in veri e proprie "carceri tombe " cosi come confermato dal sig. Alberto Fujimori con le seguenti parole: " là imputridiranno e usciranno solo morti ", mostrando una persecuzione irrazionale contro coloro che lottano e che si sono alzati in armi lottando per il benessere del nostro popolo.
In questo senso riaffermiamo il totale rispetto dell'integrità fisica delle personalità catturate e che verranno liberati solamente quando il governo acconsentirà alle seguenti richieste:
1) Impegno a cambiare direzione della politica economica verso un modello volto al benessere di tutti.
2) La liberazione di tutti i prigionieri appartenenti all'MRTA e accusati di appartenere alla nostra organizzazione.
3) Trasferimento del commando intervenuto nella residenza dell'ambasciatore giapponese insieme con tutti i compagni prigionieri dell'MRTA verso la selva centrale. Come garanti sarà inclusa parte delle personalità catturate e una volta nella zona guerrigliera saranno liberati.
4) Pagamento di una tassa di guerra.
L'MRTA e' stata sempre una organizzazione disposta a proposte di dialogo incontrando però solamente il rifiuto e l'inganno del governo. Deve essere chiaro a tutti che qualsiasi soluzione militare che ponga in pericolo di vita le personalità catturate sarà di assoluta responsabilità del governo, così come qualsiasi altro comportamento cui ci costringa il governo se non accetterà le nostre proposte.

Nestor era buono, non avrebbe mai torto un capello a nessuno, e infatti non lo fece. E nessuno degli ostaggi liberati dichiarò di aver mai avuto paura di lui, paura di essere ucciso. I combattenti del MRTA rispettavano la vita. Non si poteva dire altrettanto di “ el chino”, il presidente del Perù Alberto Fujimori. Dietro suo ordine il commando di “Tupamaros” fu trucidato praticamente a sangue freddo, come testimoniarono alcuni degli ostaggi che assistettero al massacro. Le feroci teste di cuoio spararono su alcuni membri del commando che avevano deposto le armi e avevano le braccia alzate, mentre altri miracolosamente sopravvissuti furono trucidati poco più tardi ed i loro corpi massacrati.
Il presidente Fujimori e la polizia ingannarono le famiglie dei guerriglieri uccisi e non permisero a nessuno dei familiari vedere i corpi martoriati. Le salme furono seppellite in gran segreto in cimiteri periferici, lontano dagli occhi dei peruviani per i quali avevano combattuto. Solo alla zia di Nestor, sorella della madre, fu concesso di vedere e ricomporre la salma del nipote. Lei raccontò di aver rinvenuto chiari segni di strangolamento e che il viso era spappolato da trentuno colpi di arma da fuoco. Il comandante Evaristo fu seppellito anch’egli come i suoi compagni e le autorità proibirono a chiunque di visitare la sua tomba. La madre di Nestor Cerpa Cartolini non vedeva suo figlio dal 1984, data in cui il guerrigliero decise di entrare in clandestinità. Insieme alla sorella di Nestor furono costrette a riparare in Francia, a Nantes, dove si trovavano al momento dell'assalto all'ambasciata. Lei, e sua figlia dopo di lei, stanno ancora chiedendo giustizia. Leggi tutto...

giovedì 23 aprile 2009

25 Aprile memoria viva.



“il ventre da cui nacque quel mostro è ancora fecondo” Bertold Brecht. Leggi tutto...

martedì 21 aprile 2009

Ricordo di Gino Donè, un partigiano sul Granma.


A Cuba, nell’archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c’è un dossier su Gino Donè Paro, l’unico europeo partecipante al “Desembarco del Granma” del 1956. Di due anni più vecchio di Fidel Castro, Gino era nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso, vicino a Venezia. Dopo le scuole andò militare e l’8 settembre 1943 a Pola. Tornò a casa e diventò partigiano con la Missione Nelson e con il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante nell’area della laguna veneziana. Alla fine della guerra ricevette un encomio dal Generale Alexander e poi emigrò a Cuba passando dal Canada.
Nel 1952 Gino si fidanzò con Olga Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana, abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March di Santa Clara, futura seconda moglie del Che. Entrò poi nel “Movimento 26 Luglio”, chiamato con la sigla “M-26-7”, dalla data dell’assalto dei ribelli (il 26 Luglio 1953) alle caserme di Bayamo e Santiago di Cuba.
Nel 1954 Gino si sposò. Poi nel 1955 e 1956, diventato tesoriere del “M-26-7” di Santa Clara, fu incaricato dal dirigente Faustino Perez di portare reclute e soldi in Messico, dove lo attendeva Fidel che doveva comprare il battello Granma. (Gino così divenne amico del medico asmatico Che Guevara, che gli confidò che se non avesse incontrato Fidel sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi contro l’asma, nella facoltà di medicina di Bologna. Gino diventò amico anche di Fidel e di Raul e, come ex partigiano, collaborava agli addestramenti militari.
Il 25 novembre del 1956 partì dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello Granma. A bordo il suo grado era quello di Tenente del Terzo Plotone comandato dal Capitano Raúl, fratello di Fidel. Gli 82 sul Granma erano: 78 cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un domenicano (Ramon), più Gino (detto El Italiano). Sul passaporto italiano c’era scritto Gino Donè, ma all’anagrafe cubana, quando si è sposato, fu registrato col nome di Gino Donè Paro, cioè anche con il cognome materno.
Dopo lo sfortunato sbarco del 2 dicembre 1956 nell’Oriente Cubano, ai piedi della Sierra Maestra, e dopo la decimazione subita ad Alegria de Pio dai soldati batistiani, Gino tornò clandestinamente a Santa Clara, dove nel Natale 1956 partecipò ad azioni di sabotaggio contro postazioni militari, assieme all’amica Aleida March. Ma nel gennaio 1957 ricevette l’ordine dal “M-26-7” di andare all’estero salpando da Trinidad. Dopo mezzo secolo Gino ha detto che: «Dopo il Desembarco del Granma, abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un’altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano e fare ciò che nella Sierra non avrei potuto fare. C’era necessità di collegamenti, di notizie, d’informazioni, di soldi, di armi, e di molte altre cose. Chi con le armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch’io».
Nel 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il Comandante Jesús Montané Oropésa, “moncadista-granmista” da sempre assistente di Fidel, durante una intervista con Gianfranco Ginestri, disse: "Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo la nostra vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci telefoniamo". L’ultima volta che Gino fu ospite di Montanè a Cuba avvenne in occasione del 40° dello sbarco del “Granma”, nel dicembre 1996.
Gino, nel 2003 (senza figli e vedovo due volte: della cubana Olga Norma e della portoricana Tony Antonia) era andato a vivere a Noventa di Piave, vicino a San Donà, in provincia di Venezia, dall’amata nipote Silvana. All’Avana era in contatto con il suo compagno “granmista” Arsenio Garcia Davila, con il quale andò alla sfilata del 1° Maggio 2004 (dove fu decorato): poi il 18 maggio tornò a Venezia dove fu festeggiato nel suo 80° compleanno dai Circoli di Italia-Cuba del Veneto, da diverse organizzazioni amiche di Cuba, e dall’Anpi.
Per il suo 81° compleanno, nel 2005, è stato ospite a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto Guevara.
Per l’82° compleanno, nel 2006 a Bologna, divenne socio onorario del locale circolo dell’Ass-Italia-Cuba.
Nel 2006 si è recato spesso a Cuba, per partecipare alle celebrazioni del 50° del Desembarco del Granma.
Nel 2007 a Cuba, “Mundo Latino" ha presentato un dvd sul tema: “Gino: dalla Resistenza alla Revoluciòn”.
Gino Donè Paro si è spento il 23 marzo 2008 a Noventa di Piave (VE) all'età di 84 anni. Leggi tutto...

lunedì 20 aprile 2009

Trinidad, quando gli assenti rubano la scena.



Per la serie “quando gli assenti rubano la scena”, CUBA è stata la grande protagonista dell’inizio del 5° Vertice delle Americhe, in corso di svolgimento a Port of Spain (Trinidad y Tobago).
Quando la presidentessa argentina, Cristina Fernández - nel discorso d’apertura - ha chiesto agli Stati Uniti d’eliminare l’embargo contro la Isla Grande, ha raccolto l’ applauso di tutti i presenti.
“Il blocco alla fraterna Cuba è un anacronismo e chiediamo che sia eliminato”, ha affermato la presidentessa aggiungendo che la nazione dei Caraibi ha manifestato la sua totale apertura per parlare con gli Stati Uniti di tutte le questioni: “Per cui crediamo d’essere di fronte ad una seconda opportunità di costruire una nuova relazione che non si deve lasciar sfuggire”, ha aggiunto.
Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega è intervenuto a nome dei paesi dell’America Centrale.
“Mi rifiuto di chiamare Vertice delle Americhe questa riunione che presenta due grandi assenze e non si sta bene in uno scenario dove non sono presenti Cuba e Puerto Rico”, ha detto.
Ortega ha segnalato la storica generosità e gli aiuti senza condizioni del popolo e del Governo cubani, dati alle nazioni latinoamericane e sopratutto la posizione solidale del leader della Rivoluzione, Fidel Castro.
“L’unico delitto che ha commesso Cuba è lottare per l’indipendenza e la sovranità dei popoli e per questo viene punita”, ha rimarcato Ortega che ha ricordato la condanna unanime dell’America Latina e dei Caraibi al blocco degli Stati Uniti contro l’Isola, in Brasile, nel dicembre scorso.
A questo proposito ha altresì ricordato la posizione del VII Vertice Straordinario dell’ALBA - appena conclusosi a Cumaná - dov’è stata espressa la comune condanna del blocco, da inserire nel documento finale dell’appuntamento di Trinidad y Tobago.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha assicurato che il suo governo sta cercando d’indirizzare le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba verso una nuova direzione (ma non ha toccato il tema del blocco che è stato imposto da Washington nel 1962 e che rappresenta il principale ostacolo alle relazioni tra le due nazioni).
«So che dovremo fare un lungo viaggio per superare decenni di diffidenza, ma ci sono importanti passi che possiamo fare insieme verso un nuovo giorno», ha detto Obama.
Lunedì scorso Obama - compiendo un primo passo di avvicinamento - aveva rimosso alcune restrizioni (numero di viaggi e importo delle rimesse), finora imposte agli abitanti originari dell’isola che vivono negli Stati Uniti. Raul Castro giovedì si era detto disposto ad aprire un dialogo con Washington purché su un piano paritario.
Obama ha chiesto poi di non incolpare il suo paese per tutti i problemi dell’emisfero occidentale, quando una crisi globale sorta nel nord danneggia le nazioni dell’area.
Anche con il presidene venezuelano Hugo Chavez c’è stato un segno di distensione. Nel salone Jade dell’hotel Park Hyatt Regency della città, prima dell’apertura dei lavori del summit, Obama si è avvicinato a Chavez per presentarsi. «Ci siamo stretti la mano come si fa tra signori, no? - ha commentato il presidente del Venezuela - Apprezzo il gesto di avvicinarsi direttamente, un gesto di grande delicatezza che certo non potevo respingere», ha aggiunto Chavez, definendo Obama «un uomo intelligente» e sottolineando l’importanza delle parole pronunciate dal leader della Casa Bianca su un avvicinamento all’America Latina.
«Ho approfittato dell’occasione - ha poi commentato Chavez - e gli ho detto la stessa cosa che dissi otto anni fa a George Bush stringendo anche a lui la mano sempre in occasione di un vertice delle Americhe: «I want to be your friend. Credo che si sia trattato di un bel momento». Leggi tutto...

domenica 19 aprile 2009

"A parità di condizioni..."

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Cumanà (Venezuela) 16-apr - Il Presidente cubano, Raúl Castro, si è detto disposto a discutere “a parità di condizioni” con la Casa Bianca su diritti umani, libertà di stampa e prigionieri politici.
“Abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato ed in pubblico, che siamo aperti, quando vogliono, a discuterne a 360°”, ha detto Raul. “Però dev’essere in totale uguaglianza di condizioni senza la benchè minima ombra riguardo alla nostra sovranità e senza la minima violazione del diritto all’autodeterminazione del popolo cubano”, ha avvertito.
Il presidente cubano si è espresso così (vedi l’intervento completo nel video sopra) durante il Vertice dell’ALBA, che ha avuto luogo nella città venezuelana di Cumanà convocato dal Presidente venezuelano Hugo Chavez.
“Perchè non rilasciano i nostri 5 eroi, che non hanno fatto alcun male agli Stati Uniti?” ha domandato inoltre Raul, in risposta al Segretario di Stato nordamericano Hillary Clinton, che poche ore prima aveva chiesto a Cuba la “liberazione” dei suoi presunti prigionieri politici. Leggi tutto...

giovedì 16 aprile 2009

ELEMOSINA NON NE VOGLIAMO

da il manifesto del 15/04/09.
Non siamo degli obnubilati fanatici. Non è che Fidel Castro abbia avuto sempre ragione. In certi casi, pochi o molti sarà la storia a dirlo, non l'aveva. Ma in molti altri sì. E la sua analisi sull'annuncio dato lunedì a Washinton della revoca di alcune delle più odiose e stupide misure anti-cubane decise da Bush, è una di queste. In quelle parole (che potrete leggere cliccando sull'indirizzo del Granma international riportato quì sotto) c'è tutto il giudizio dell'ex lider maximo su Obama e le sue "aperture" su Cuba. Positivo, ammirato anche, ma senza chiudere gli occhi, senza regalare niente, senza chiedere scusa, da pari a pari.
Ecco quello che manca all'annuncio di lunedì. E' qualcosa che viene sempre dall'alto, dai buoni contro i cattivi. Sempre con l'obbiettivo di "portare la libertà" nell'isola discola e ribelle. Lo stesso dell'embargo imposto 47 anni fa ma, visto il suo clamoroso fallimento, da raggiungere con altri mezzi.
Non sono più i tempi di Bush e Obama, come conclude Fidel "di certo non assomiglia al suo predecessore". Obama ha capito benissimo che su Cuba la posizione degli Stati Uniti oltre che grottesca è insostenibile. L'embargo gli scoppia in casa, negli stati del midwest produttori di alimenti da esportare, nelle compagnie petrolifere USA tagliate fuori dalla ricerca del petrolio cubano, nella comunità del business e della cultura. E gli USA sono ormai l'unico paese del continente americano a non riconoscere Cuba.
Oltre che ridicolo e criminale il blocco è anche controproducente per gli "esportatori di democrazia".
Una sfida pericolosa per Cuba, un'arma potenzialmente letale per Obama. Fidel e Raul quella sfida sembrano averla raccolta e si dicono disposti a discutere con l'ossessionato nemico. Ma per farlo non bastano misure come quelle annunciate lunedì.
Non basta "l'elemosina". Leggi tutto...

martedì 14 aprile 2009

Victor Jara - zamba del "che"



Víctor Lidio Jara Martínez (San Ignacio, 28 settembre 1932 – Santiago del Cile, 16 settembre 1973) fu un cantautore, musicista e regista teatrale cileno. Proveniente da famiglia contadina, politicamente impegnato, divenne un riferimento internazionale della canzone di protesta e del cantautorato. Fu assassinato cinque giorni dopo il golpe dell’11 settembre 1973, vittima della repressione messa in atto dal generale Augusto Pinochet.
Dopo averlo ucciso, i militari cileni non solo proibiscono la vendita dei suoi dischi, ma ordinano la distruzione delle matrici. Leggi tutto...

mercoledì 1 aprile 2009

Modalità d'iscrizione alla brigata

La quota di partecipazione è fissata in € 920,00 e comprende: volo internazionale, assicurazione, visto, tasse aeroportuali italiane e spese di segreteria.Inoltre, ogni partecipante verserà alla Direzione del Campamento di Caimito, il giorno successivo all’arrivo, l’importo di 365 CUC (Pesos Cubani Convertibili: 1 euro = 1,25 / 1,30 CUC)) quale contributo per le spese di vitto, alloggio, servizi di trasporto, escursioni ed assistenza. Le iscrizioni per la partecipazione alla brigata si raccolgono presso tutti i circoli dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, circa 90 in tutta Italia, o presso la sede nazionale di Milano.

L’iscrizione va effettuata compilando la scheda predisposta da consegnare unitamente a due foto formato tessera e ad un acconto di € 600,00
I posti disponibili sono 20. Le iscrizioni saranno accettate – SINO AD ESAURIMENTO POSTI – e comunque entro e non oltre il 30 maggio 2008. Entro questa data devono pervenire tutte le schede d’iscrizione, le foto e gli estremi del passaporto, da trasmettere a Cuba per le pratiche dei visti

NOTA IMPORTANTE: il costo di 920,00 euro include il passaggio aereo con la quotazione relativa alla classe di vendita odierna; i posti sono opzionati sino al 18 maggio; dopo tale data bisognerà verificare di volta in volta la disponibilità del volo ed il costo che, esaurita la classe d’acquisto odierna, potrebbe subire aumenti.
Inoltre: la durata della brigata al campa mento, quest’anno, è stata prolungata di qualche giorno; abbiamo quindi dovuto fissare il volo con soggiorno di 3 settimane. Vedrete dal programma che la brigata terminerà mercoledì 22 luglio; da questo giorno al a domenica 26/7 il soggiorno è da considerare “libero” ed a proprio carico. Se rimarrete al campa mento il costo giornaliero richiesto è di 10 CUC e potrete sentire con la Direzione se esiste possibilità du trasporto in aeroporto il 26/7; se invece lascerete il campamento ognuno raggiungerà l’aeroporto il giorno 26/7 organizzandosi individualmente.Ricordiamo che il 26 luglio è festa nazionale; la popolazione si riunisce e “fa festa” nelle strade adiacenti le proprie abitazioni durante tutta la serata del 25/7 in attesa della mezzanotte quando l’inno nazionale saluterà il giorno 26 luglio (“noche de espera”).

Il saldo di € 320,00 dovrà essere versato entro il giorno 13 giugno 2009 mediante
- vaglia postale a noi intestato, spedito all’indirizzo di Via Borsieri 4 – 20159 Milano
- bonifico bancario sul c/c 109613 a noi intestato, presso Banca Etica Milano –
IBAN IT59 P050 1801 60000000 0109603- c/c postale 37185592 a noi intestato
Attenzione: preghiamo di inviarci copia della ricevuta di pagamento al fax : 02-68.30.37

Operativo voli da Milano: (gli orari dovranno essere riconfermati !!)Da Milano Malpensa
5 luglio con volo Milano-La Habana 11.00 – arrivo 15.50 locali
Rientro da La Habana – 26 luglio 17.50, con arrivo a Milano Malpensa 27/7 12.05 locali

Avvertenze: Ad iscrizione avvenuta entra in vigore il regolamento sui viaggi previsto dalle compagnie aeree (per rinunce, annullamenti, ecc) al quale siamo soggetti.
In caso di rinuncia, verranno applicate le seguenti penali:
Sino al 20 maggio 2008 - penale di € 100,00
Dal 21 maggio al 7 giugno - penale di € 600,00
Dall’ 8 giugno al 29 giugno - penale di € 800,00
Disdette dal 29 giugno al momento della partenza – nessun rimborso

Documenti: Il passaporto deve essere valido ancora 6 mesi dopo la data di rientro da Cuba

Tassa imbarco uscita da Cuba In aeroporto a La Habana, prima dell’imbarco per il volo di rientro in Italia, ogni persona dovrà pagare una tassa di CUC 25,00

Riunioni partecipanti: Come di consueto, valuteremo la possibilità di tenere una riunione informativa dei partecipanti, con la presenza del capo brigata (la riunione si terrà nella giornata di sabato o domenica, presumibilmente nel mese di giugno). Daremo in seguito indicazioni ai partecipanti sulla data esatta e sul luogo dell’incontro.

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba – tel 02-680862 – fax 02-683037 amicuba@tiscali.it Leggi tutto...