martedì 19 luglio 2016

Lunedì 25 luglio, Moie di Maiolati Spontini.



Lunedì 25 luglio 2016 a Moie di Maiolati Spontini in piazza Kennedy dalle ore 18:00 si terrà la  “Pastasciutta antifascista”, festa organizzata dalle sezioni ANPI di Jesi, Moie, Serra San Quirico, Ostra, Chiaravalle e Ancona.
L’evento nasce dalla voglia di festeggiare e richiamare alla memoria il 25 luglio del 1943, quando fu grande festa in tutto il Paese per la caduta del fascismo e la famiglia Cervi a Campegine, insieme ad altre, portò la pastasciutta in piazza nei bidoni per il latte. La festa sarà in collegamento con l’Istituto Cervi di Gattatico (RE) e altre decine di piazze italiane in cui si svolgerà in contemporanea la “Pastasciutta antifascista”.
A tutti i partecipanti la pasta verrà offerta gratuitamente, inoltre saranno presenti stand gastronomici. La serata sarà animata dalla musica del gruppo musicale “Gang”, dal Coro 24 marzo e dal Dj Mescal, oltre che da mostre fotografiche.
Saranno presenti i banchetti delle sezioni ANPI, organizzatrici dell’evento, e delle seguenti associazioni: CGIL, FIOM, SPI, Movimento delle Agende Rosse Ancona e Provincia, Italia Cuba Senigallia, Arci Jesi e Fabriano, Casa delle Culture Jesi, Casa delle Donne Jesi, Emergency, Consulta per la Pace Jesi, Casa delle Culture Moie, Centro Studi Libertari Jesi, Ya Basta Marche, Comitato per il No Jesi e Vallesina.
La festa è organizzata in collaborazione con il Comune di Maiolati Spontini, La ProLoco di Moie,  CGIL Jesi, FIOM Jesi, SPI Jesi, Assiadriatica, COOP Alleanza 3.0, Liomatic.
Partecipate numerosi!


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giovedì 14 luglio 2016

14/15/16 luglio al Forte Altavilla - Pietralacroce AN


Il Circolo "Sado Sadovski" sarà presente, come da tradizione, alla XXVIII^ edizione della Festa per la Libertà dei Popoli.
Vi aspettiamo nei giorni 14-15-16 luglio al Forte Altavilla - Pietralacroce, Ancona. Leggi tutto...

lunedì 11 luglio 2016

Guerra continua.

di Alessandra Daniele
Giovedì notte a Dallas quello che è stato per anni un massacro unilaterale è diventato una guerra a tutti gli effetti.
Il cecchino che ha ucciso cinque poliziotti non l’ha fatto perché li ritenesse personalmente responsabili della sistematica strage di afroamericani che aveva contato due nuove vittime il giorno prima, ma per la divisa che portavano, considerata ormai quella d’un esercito nemico, una forza d’occupazione.
Per i loro colori, compresi quello bianco della pelle, perché i colori del nemico.
Gli USA sono in guerra ai quattro angoli del mondo come al loro interno.
La guerra è ciò che li contraddistingue da sempre, nella realtà fisica come nell’immaginario collettivo.
La guerra è la loro religione di Stato, il loro fuoco zoroastriano che arde perennemente, il principale motore di molte loro industrie chiave, compresa quella dello spettacolo.
Il bagno di metallo fuso col quale vogliono purificare il mondo.
La fornace nella quale forgiano la loro identità nazionale, e nella quale la loro identità nazionale si dissolve.
Il cecchino, afroamericano reduce dall’Afghanistan, è stato ucciso con un drone esplosivo molto simile a quelli usati in Afghanistan.
Il giorno dopo, un altro afroamericano è stato ammazzato dalla polizia.
Il fronte eterno e infinito sul quale gli americani combattono percorre tutto il pianeta.
Non c’è ritorno a casa, non c’è tregua.
La guerra continua.

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