Di Geraldina Colotti, il manifesto 06.8.2014
Secondo un’inchiesta dell’Associated Press,
l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) ha inviato
a Cuba giovani agenti sotto copertura, apparentemente impegnati in
programmi sanitari e di aiuto allo sviluppo. Il loro compito era
invece quello di reclutare «dissidenti» da impiegare nella propaganda
antigovernativa e nelle azioni destabilizzanti.
Giovani provenienti dal Venezuela, dal Costa
Rica e dal Perù, inviati a «promuovere la democrazia», come ha ammesso
la Usaid (organismo strettamente legato alla Cia) in un comunicato. Uno
dei tanti progetti finanziati ogni anno dal congresso Usa con milioni di dollari,
e nel caso specifico giustificato con un programma sulla prevenzione
dell’Hiv: «un obiettivo secondario», ha ammesso l’Agenzia Usa, negando però
che si sia trattato di un «programma segreto» per quanto «discreto».
E la congressista repubblicana Ileana Ros Lehtinen, rappresentante
della Florida e accesa anticubana, ha dichiarato: «Che l’Usaid stia
prendendo misure per promuovere la democrazia a Cuba non è un
segreto.
Dobbiamo mantenere la pressione sul regime
castrista e continuare ad appoggiare il popolo cubano, che ogni giorno
subisce l’oppressione». Nessun commento, invece, dal governo Usa.
Agenti addestrati alla buona, secondo
l’inchiesta Ap, con solo trenta minuti di raccomandazioni su come aggirare
i controlli sull’isola: contando sul fatto che «per quanto non vi sia
certezza totale, le autorità cercheranno solo di intimorirti, perché il
governo cubano preferisce evitare pubblicità negativa dei media
all’estero, e non ha convenienza a colpire uno straniero». In
tutto, una decina di ragazzi e ragazze, che — secondo Ap — hanno percepito
un salario di 5,41 dollari l’ora più il viaggio.
Un’attività che è andata avanti anche dopo
la scoperta di Alan Gross, il contractor della Usaid arrestato all’Avana
nel 2009 e condannato a 15 anni per attività destabilizzanti.
Un detenuto non proprio al centro delle priorità Usa, secondo quanto ha
recentemente denunciato egli stesso. Il governo cubano lo lascerebbe andare
per riportare a casa i suoi agenti, arrestati il 12 settembre
1998 dall’Fbi, processati e condannati all’ergastolo o a lunghissime
pene negli Usa benché stessero svolgendo attività di prevenzione fra gli
anticastristi di Miami (i Cinque cubani).
Finora, però, nulla si è mosso, nonostante
le sollecitazioni inviate a Obama dagli attivisti internazionali
per chiedere un suo intervento.
Nell’aprile scorso, Ap ha rivelato l’esistenza di un’altra rete eversiva organizzata contro l’isola dalla Usaid: il progetto ZunZuneo, una sorta di twitter, il cui scopo era quello di diffondersi tra i giovani cubani per spingerli «alla dissidenza». ZunZuneo era diretto da imprese di facciata basate all’estero e finanziato da banche straniere. Dopo aver attirato i giovani su temi di loro interesse, dalla musica allo sport all’intrattenimento, ZunZuneo inviava altro genere di sollecitazioni, in vista di promuovere azioni contro il governo.
Nell’aprile scorso, Ap ha rivelato l’esistenza di un’altra rete eversiva organizzata contro l’isola dalla Usaid: il progetto ZunZuneo, una sorta di twitter, il cui scopo era quello di diffondersi tra i giovani cubani per spingerli «alla dissidenza». ZunZuneo era diretto da imprese di facciata basate all’estero e finanziato da banche straniere. Dopo aver attirato i giovani su temi di loro interesse, dalla musica allo sport all’intrattenimento, ZunZuneo inviava altro genere di sollecitazioni, in vista di promuovere azioni contro il governo.
Nel secolo scorso, l’ossessione di Washington
contro la piccola isola, alimentata dalle mafie anticubane di Miami, ha
lasciato una scia di sangue ma non ha raggiunto l’obiettivo di far cadere il
governo cubano: nonostante le micidiali pressioni economiche imposte
attraverso il bloqueo. Negli ultimi anni, i progetti del Pentagono
e delle sue agenzie sembrano volti soprattutto alla conquista dei settori
giovanili, come ha spiegato al maniesto Raul Capote, agente doppio
cubano reclutato dalla Cia. A lui, giovane scrittore e dirigente
sindacale, è stato chiesto di «indirizzare» il pensiero e la
cultura in un senso più accettabile per il capitalismo occidentale.
Capote e altri agenti doppi sono stati «bruciati» nel momento in cui le
richieste della Cia si sono spostate sull’organizzazione di fatti violenti.
Ancora una volta, non c’è stata nessuna sollevazione popolare contro il
governo.
E oggi, dopo il cambio di registro politico
avvenuto in gran parte dell’America latina, le agenzie di sicurezza Usa non
hanno vita facile nel continente: tantomeno dopo le rivelazioni dell’ex
agente della Cia, Edward Snowden, e del Datagate. Le agenzie per la
sicurezza Usa — ha spiegato Snowden — spiavano illegalmente tutto il continente
e gestivano anche diverse postazioni clandestine da cui organizzare
operazioni sotto copertura. Da allora, sono state cacciate insieme alle
loro Ong-paravento: dalla Bolivia di Evo Morales, dall’Ecuador di Rafael Correa,
dal Venezuela di Nicolas Maduro.