domenica 27 novembre 2016

...oggi la sinistra dovrebbe tacere e riflettere.


Di seguito il commento a nostro avviso più pertinente sentito o letto in queste ore sulla scomparsa di Fidel.
Italia-Cuba Senigallia

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Il Novecento non si è chiuso con la morte di Fidel, troppo tempo ormai ci distanzia dal secolo delle lotte di classe, ma di certo Fidel è l’ultimo grande personaggio espressione del secolo dell’emancipazione delle classi subalterne. Con lui se ne va un’idea stessa, quella della possibilità di liberazione sociale. La conferma di questo è nei tributi trasversali che sta ricevendo che rimangono confinati alla sfera virtuale della rete. Quanta distanza, persino metafisica direi, tra un gigante che ha saputo cambiare il volto della storia, e noi microbi odierni che di quella storia possiamo farci solo commentatori esterni. Quanta distanza tra quella Storia e questa storia misera, triste. Questo il vuoto che ci lascia Fidel, quello di un’idea che muore con lui, perchè a quell’idea oggi non corrisponde più alcuna possibile concretezza. Oggi è così, magari domani cambierà, ma intanto non ci resta che omaggiare la scomparsa, con Fidel, del comunismo inteso come movimento reale che abbatte lo stato di cose presente. Dei tanti colpi ricevuti, delle tante macerie lasciate per terra nella storia dei movimenti operai, quella di oggi è tra le più difficili da metabolizzare. Doveva arrivare, è arrivata, ma, come quasi sempre accaduto, non ci siamo fatti trovare pronti. Il ricordo di Fidel assume così le vesti della nostalgia e non della politica. E’ un peccato che sconfina nella colpa. Oggi la sinistra non è degna di commemorare la morte di Fidel, oggi la sinistra dovrebbe tacere e riflettere.

Alessandro
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