venerdì 25 dicembre 2020

buone feste e sereno 2021

Car* Compagn*,

nel formulare i migliori auguri di buone feste e sereno 2021 a voi e ai vostri cari  il circolo di Senigallia dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba invita le singole cittadine e cittadini, le associazioni di solidarietà con Cuba, le organizzazioni sociali, culturali e politiche a sostenere la candidatura al premio Nobel per la pace 2021 alla Brigata Medica Internazionale Henry Reeve.

Di seguito l’appello dei compagni dell’USB che, a nostro avviso, riassume come meglio non si potrebbe il perché sia meritato questo riconoscimento internazionale a Cuba.

Il direttivo del circolo di Senigallia. 

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La seconda ondata pandemica sta riprendendo con una potenza maggiore di quella iniziale. Non è responsabilità della malasorte o del caso, ma di scelte politiche criminali, dettate da Confindustria e dalle grandi multinazionali, che impongono ad un governo servile l’apertura delle grandi fabbriche e di tutto l’indotto, causa principale di diffusione della pandemia. È la “razionalità” del capitalismo, che sacrifica la salute e la vita delle maggioranze sull’altare del profitto.

Mentre di fronte all’incedere del virus le frontiere dell’Unione Europea si chiudevano a riccio, a difesa delle economie degli Stati più ricchi, i cosiddetti paesi “frugali” guidati dalla Germania, un paese del terzo mondo ci ha inviato un aiuto insperato ed inspiegabile secondo i canoni della concorrenza mercantilistica e del feroce interesse egoistico.

Un’altra razionalità si è messa in moto in questi mesi terribili, quella della solidarietà internazionalista, che ha portato anche in Italia - come in altre decine di paesi del mondo - una brigata di medici, infermieri e tecnici cubani a sostenere la disastrata sanità lombarda e piemontese nel momento di maggior picco pandemico, da marzo a maggio 2020.

Parliamo della Brigata Medica Internazionale Henry Reeve, già nota alle cronache per il suo impegno contro altri flagelli indotti dal distorto modello di sfruttamento capitalistico, come l’epidemia da Ebola in Africa, ma anche contro epidemie frutto della miseria. Ci riferiamo alla Misión Milagro in America Latina, che dal 2004 aiuta persone con scarse risorse affinché possano essere operate gratuitamente per vari problemi oculari. Ad oggi oltre un milione di poveri hanno riacquistato la vista grazie a quella Missione.

Drammaticamente, il Covid-19 ha messo di nuovo a confronto due modelli sociali ed economici, che hanno dato risposte sia immediate sia strutturali radicalmente differenti alla pandemia, ottenendo risultati diametralmente opposti. Basta leggere i dati dell’OMS per capire la differenza tra la devastazione in atto nei paesi a capitalismo avanzato e la situazione nei paesi socialisti come Cuba, il Venezuela, il Vietnam, la Cina, il Kerala (India). Questi paesi stanno dimostrando che è possibile mettere sotto controllo il virus, senza dover attendere il vaccino. È sufficiente mettere al primo posto la vita dei popoli, piegando ad essa la produzione ed il profitto.

Il governo cubano, sin dal primo gennaio 1959, quando le colonne guidate da Fidel Castro e Ernesto Che Guevara entrarono vittoriose a La Habana, ha fondato la sua ragion d’essere sulla difesa della salute, del lavoro, della cultura, dei servizi alla persona, come la casa per tutti, l’assistenza agli anziani e ai bambini, la difesa della natura, ma anche sulla solidarietà internazionalista, racchiusa nella parola d’ordine “Noi esportiamo medici, non bombe”

La Brigata Medica Internazionale Henry Reeve incarna e rappresenta in pieno quelle conquiste, che sono la materializzazione di una umanità abolita di fatto nel nostro paese, così come in tutti i paesi del cosiddetto “primo mondo”.

Il premio Nobel per la pace a questi uomini e donne, che di fronte ad ogni catastrofe sono pronti a lasciare il proprio paese e i propri affetti per rischiare la vita a favore di persone sconosciute, è un premio alla concezione del mondo che rappresentano, in un’epoca nella quale la vita stessa del genere umano è in pericolo, a causa della irrazionalità di un sistema economico che ancora domina su gran parte del pianeta.

L’Unione Sindacale di Base conosce bene il popolo e il governo cubani, dai quali ha sempre tratto ispirazione nel quotidiano impegno al fianco del mondo del lavoro e dei settori popolari del nostro paese, brutalizzati dallo sfruttamento e dalla negazione di diritti sociali, sindacali e politici.

Per questo siamo orgogliosi di sostenere in tutto il paese la campagna a sostegno della candidatura al premio Nobel per la pace 2021 alla Brigata Medica Internazionale Henry Reeve.

Sosteniamo il Nobel per La Pace alle Brigate dei Medici Cubani.

 


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martedì 8 dicembre 2020

Si chiama Soberana la via cubana al vaccino anti-Covid.

 


Allo sviluppo dei vaccini cubani collabora anche un ricercatore italiano, il 35enne Fabrizio Chiodo di seguito l’intervista pubblicata su Il Manifesto del 2 dicembre scorso.

Buona lettura.  Italia-Cuba Senigallia

Le immagini dei medici cubani sbarcati nel bergamasco per aiutare i colleghi travolti dal Covid-19 in primavera hanno fatto il giro del mondo. D’altronde i medici cubani sono spesso inviati all’estero per aiutare i paesi alle prese con emergenze sanitarie. È successo con il Brasile, dove hanno garantito assistenza sanitaria nelle aree più povere del paese, e in Africa occidentale all’epoca dell’epidemia di Ebola nel 2014. Alla salute dei paesi più poveri (e anche di quelli ricchi come il nostro) Cuba contribuisce non solo con la cooperazione umanitaria.

Anche dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo di farmaci, e in particolar modo dei vaccini, l’industria biotecnologica cubana è spesso all’avanguardia. Così, mentre i vaccini anti-Covid sviluppati da multinazionali come Pfizer, Moderna e AstraZeneca dominano le cronache dei giornali, Cuba ha forse trovato una sua strada autonoma, e più silenziosa, nella lotta alla pandemia. Secondo i dati raccolti da Carl Zimmer, il giornalista del New York Times che segue lo sviluppo dei vaccini in tutto il mondo, i vaccini cubani rappresentano l’8% di tutti i vaccini giunti finora alla sperimentazione clinica. Allo sviluppo dei vaccini cubani collabora anche un ricercatore italiano, il 35enne Fabrizio Chiodo.

Lavora al Cnr di Pozzuoli e alla Vrije University di Amsterdam, ma si reca regolarmente nell’isola per periodi di insegnamento e di ricerca. «Ci sono quattro vaccini nelle varie fasi di sperimentazione a Cuba», racconta Chiodo. «Al Finlay Institute dell’Avana con cui collaboro si studiano due vaccini, battezzati “Soberana 1” e “Soberana 2”. Altri sono in fase di test presso il Centro per l’Ingegneria Genetica e la Biotecnologia di Cuba».

In cosa differiscono dai vaccini sviluppati negli Usa e nel Regno Unito?

I vaccini di Pfizer e Moderna sono basati sull’mRNA, cioè sulla trascrizione del codice genetico da parte delle stesse cellule che così producono la proteina “S” che circonda il coronavirus. In questo modo le cellule imparano a riconoscerla e sviluppano gli anticorpi. L’RNA però è particolarmente instabile e quindi deve essere conservata a bassissime temperature. Il vaccino AstraZeneca invece trasporta il DNA della proteina “S” nelle cellule attraverso un adenovirus, un virus innocuo ma altamente infettivo nei primati. Trattandosi di un virus piuttosto comune, però, il vaccino potrebbe essere neutralizzato dallo stesso sistema immunitario. Sono vaccini dai costi elevati e mai testati sui bambini. I vaccini a cui stiamo lavorando a Cuba, invece, utilizzano approcci completamente diversi. Soberana 1 consiste in una sub-unità della proteina “S” del coronavirus somministrata con una membrana del meningococco che agisce da adiuvante. È una tecnica già usata per il primo vaccino contro il meningococco di tipo B e C e sappiamo già che può essere somministrata già a partire dai 3 mesi di età. Soberana 2 invece presenta la subunità della proteina Spike legata alla proteina tetanotossoide, quella del tetano. È lo stesso approccio adottato per il vaccino contro Haemophilus Influenzae di tipo B, il primo vaccino coniugato sintetico sviluppato a livello commerciale contro un batterio che può causare polmoniti e meningiti. Anche in questo caso, i bambini già vaccinati con questa tecnica sono milioni.

 Per ottenere questi risultati, occorre un’industria biotecnologica avanzata.

La creazione del primo laboratorio di ricerca e produzione biotecnologica cubano risale al 1981. Oggi, gli istituti di ricerca e le industrie biotecnologiche cubane sono riunite sotto l’ombrello di BioCubaFarma, una holding con oltre ventimila dipendenti, 60 impianti di produzione e che esporta in 48 paesi. Cuba produce in casa 8 dei 12 vaccini che entrano nel programma nazionale di immunizzazione. L’Unicef fa spesso affidamento su Cuba per la distribuzione dei vaccini nei paesi africani. I ricercatori cubani vanno spesso all’estero per acquisire know-how. Quando si deve passare dalla ricerca accademica alla produzione industriale, i rapporti geopolitici ostacolano le collaborazioni. Però allo sviluppo di alcune piattaforme vaccinali ha collaborato la Cina, e il vaccino contro Haemophilus influenzae di tipo B è stato realizzato insieme a ricercatori canadesi. In ogni caso, al di là della lotta al Covid alle grandi aziende farmaceutiche la ricerca sui vaccini interessa poco, perché altri settori farmaceutici sono più redditizi.

Come ha risposto alla pandemia Cuba?

Le autorità sanitarie inizialmente hanno effettuato tamponi casa per casa, con uno screening a tappeto, riuscendo a contenerla. È stato ridotto l’utilizzo dei mezzi di trasporto, e si è riuscito a tenere aperte le scuole. Certo, il calo del flusso turistico ha rappresentato un colpo tremendo per l’economia cubana. In più, durante l’amministrazione Trump l’embargo è stato irrigidito e questo ha creato problemi nell’approvvigionamento energetico, con un paio di giorni senza corrente elettrica.

Quale lezione potrebbe insegnare all’Italia il sistema sanitario cubano?

Quello che è successo in Lombardia, con una sanità interamente pubblica probabilmente non sarebbe successo. A Cuba è stato certamente applicato un sistema di tracciamento più capillare. Inoltre, a Cuba la popolazione nutre un grande rispetto nei confronti dei medici. Cuba ha il più elevato numero di medici per abitante al mondo, secondo i dati dell’Oms. Ma con il rispetto delle regole e del distanziamento sociale, non hanno avuto gli stessi problemi dell’Italia.

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