lunedì 5 dicembre 2016
domenica 27 novembre 2016
...oggi la sinistra dovrebbe tacere e riflettere.
Di seguito il commento a nostro avviso più pertinente sentito o letto in queste ore sulla scomparsa di Fidel.
Italia-Cuba Senigallia
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Il Novecento non si è chiuso con la morte di Fidel, troppo tempo ormai ci distanzia dal secolo delle lotte di classe, ma di certo Fidel è l’ultimo grande personaggio espressione del secolo dell’emancipazione delle classi subalterne. Con lui se ne va un’idea stessa, quella della possibilità di liberazione sociale. La conferma di questo è nei tributi trasversali che sta ricevendo che rimangono confinati alla sfera virtuale della rete. Quanta distanza, persino metafisica direi, tra un gigante che ha saputo cambiare il volto della storia, e noi microbi odierni che di quella storia possiamo farci solo commentatori esterni. Quanta distanza tra quella Storia e questa storia misera, triste. Questo il vuoto che ci lascia Fidel, quello di un’idea che muore con lui, perchè a quell’idea oggi non corrisponde più alcuna possibile concretezza. Oggi è così, magari domani cambierà, ma intanto non ci resta che omaggiare la scomparsa, con Fidel, del comunismo inteso come movimento reale che abbatte lo stato di cose presente. Dei tanti colpi ricevuti, delle tante macerie lasciate per terra nella storia dei movimenti operai, quella di oggi è tra le più difficili da metabolizzare. Doveva arrivare, è arrivata, ma, come quasi sempre accaduto, non ci siamo fatti trovare pronti. Il ricordo di Fidel assume così le vesti della nostalgia e non della politica. E’ un peccato che sconfina nella colpa. Oggi la sinistra non è degna di commemorare la morte di Fidel, oggi la sinistra dovrebbe tacere e riflettere.
Alessandro
26 novembre 2016 at 18:31
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sabato 26 novembre 2016
martedì 25 ottobre 2016
Grazie per la solidarietà a Cuba.
Care compagne e
cari compagni,
sabato 22 ottobre
al circolo LA MARINA a Cesano di Senigallia si è tenuta una cena di solidarietà
per Cuba di cui alleghiamo alcune foto. Una bella festa con musica cubana che
con 127 pasti serviti è risultata di gran
lunga la cena più partecipata che abbiamo mai organizzato in quasi 20 anni di
attività del nostro circolo. Vogliamo ringraziare tutti gli intervenuti e chi
con il proprio lavoro volontario ha permesso la riuscita della serata.
Come anticipato
nella locandina della cena destineremo 600 euro (una parte del guadagno della
serata) alla raccolti fondi che il Nazionale verserà su un apposito conto
cubano indicato dall’Ambasciata di Cuba in Italia per aiutare a riparare i
danni causati dall’uragano Matthew. Come forse saprete l'uragano a Cuba, grazie
ad un'efficente lavoro della protezione civile dell'isola, non ha provocato
nessuna vittima ma notevoli danni alle abitazioni e alle strutture, soprattutto
nelle province orientali di Guantánamo e di Holguín.
Ricordiamo infine
che il prossimo 26 ottobre all'ONU Cuba presenterà all’Assemblea Generale
l'ennesima mozione per chiedere alla comunità internazionale di pronunciarsi
contro il blocco economico TUTT' ORA IN VIGORE. A questo proposito vi invitiamo
a leggere l'interessante articolo che Fabrizio Casari ha pubblicato sul sito
http://www.altrenotizie.org/ che proponiamo qui di seguito. Grazie ancora a
tutti.
Hasta la victoria
siempre!
Italia-Cuba
Senigallia
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Cuba, sbloccare
il blocco
di Fabrizio
Casari
Alle parole non
sono seguiti i fatti. Questa è, in estrema sintesi, la situazione in corso per
quanto riguarda i rapporti tra Stati Uniti e Cuba. Grazie al silenzio mediatico
che ha fatto seguito alla visita di Obama sull'isola, si è ingenuamente portati
a pensare che il nodo gordiano delle sanzioni statunitensi contro L’Avana sia
stato sciolto e che l'avvenuta normalizzazione delle relazioni diplomatiche sia
stato solo un aspetto della normalizzazione generale nei rapporti tra i due
paesi. Così non è. Certo, proseguono positivamente i colloqui bilaterali ma,
nella sostanza, l’impianto criminogeno del blocco contro Cuba è vigente e, in
alcuni casi, rafforzato.
Il ripristino
delle relazioni diplomatiche, sebbene sia stato un fatto di proporzioni
storiche - sostanzialmente l’ammissione statunitense di aver sbagliato
grossolanamente più di 60 anni di rapporto con Cuba - non ha per ora innescato
le conseguenze positive che alcuni speravano si producessero.
Parallelamente,
si mantiene l’illegale ed illegittima occupazione di Guantanamo, in barba al
riconoscimento dell'integrità territoriale di Cuba ed anche delle mancate
promesse di Obama che da otto anni avrebbe dovuto chiudere il lager, che invece
resta aperto. In sostanza, l’atteggiamento imperiale si conferma e il blocco
economico e commerciale unilaterale, che dal 1962 colpisce Cuba, non solo resta
intatto ma, addirittura, sotto certi aspetti si é persino rinforzato.
Il complesso
legislativo e normativo che sottintende il blocco è complesso e,
oggettivamente, è rimovibile solo con un voto del Parlamento statunitense,
tanto alla Camera dei Rappresentanti come al Senato. E’ noto come la
maggioranza nei due rami del Parlamento sia dei Repubblicani e questo potrebbe
essere considerato il principale ostacolo ad una iniziativa parlamentare. Ma in
realtà non è questo l’elemento decisivo, dal momento che una delle leggi
peggiori contro Cuba, che hanno rafforzato ed esteso il blocco, è la Legge
Torricelli, dal nome del deputato democratico che l’ha presentata.
Il Presidente
Obama, che pure si è già espresso chiaramente affinché il Congresso volti
pagina una volta per tutte ed abolisca il blocco, sembra aver rimosso dalla sua
agenda il tema. Ma se il complesso di leggi che stabiliscono il blocco
economico e commerciale contro Cuba può essere rimosso solo con un voto del
Parlamento USA (e quindi dovranno darsi le condizioni politiche perché ciò
avvenga) la sua efficacia concreta - che per Cuba significa danni enormi,
soprattutto per quanto attiene alla salute - potrebbe essere ridotta
enormemente con una serie di iniziative presidenziali che lo svuotino
progressivamente, lasciandone a Congresso e Senato statunitensi il solo valore
politico e ideologico.
Del resto la
visita di Barak Obama ha di per sé già smontato un pezzo del blocco, ovvero
quello diplomatico. Senza interpellare né il Congresso né il Senato, Obama ha
deciso di assumere una iniziativa presidenziale riaprendo le relazioni
diplomatiche con l’isola socialista. Potrebbe quindi, se lo volesse, con le
prerogative presidenziali di cui dispone, assumere ulteriori iniziative che
intacchino in profondità l’efficacia operativa del blocco, a partire almeno
dall'estensione extraterritoriale dello stesso.
Perché nonostante
la sospensione presidenziale di alcuni commi della legge Helms-Burton, vero e
proprio concentrato di pirateria internazionale che estende al mondo intero la
legislazione statunitense, le ricadute in termini di multe pesantissime alle
organizzazioni finanziarie internazionali che operano con Cuba sono vigenti e
complicano enormemente l’attività economica dell’isola.
Idem dicasi per
le società di import-export o per le compagnie di navigazione: queste ultime,
ove attraccassero a Cuba, sarebbero inibite per sei mesi all’attracco nei porti
statunitensi. Facile immaginare l’indisponibilità ad accollarsi una riduzione
al lavoro in un mercato immenso come quello americano per aver lavorato con
l’isola. Facile dunque comprendere come, per accedere a ciò a cui ogni altro
paese accede a prezzi competitivi e condizioni di pagamento rateizzate, per
Cuba si trasformi in costi immediati e proibitivi.
Ebbene, sia sotto
il profilo dell’operatività finanziaria, come nell’ambito del commercio
internazionale e nella liberazione del flusso turistico, per non dire
dell’urgenza per quanto attiene a sanità ed alimentazione, Obama ha un ampio
spettro di soluzioni per svuotare il blocco. Si tratta di volontà politica ed
anche di coerenza.
E’ possibile da
un lato ripristinare le relazioni politiche e diplomatiche con un Paese mentre
dall’altro lo si continua a ritenere meritevole di sanzioni così dure? E’
coerente sedersi al tavolo dei negoziati con la premessa di dover azzerare 60
anni di errori mentre resta vigente un blocco che, ad ogni effetto, è un atto
di guerra? Com’è possibile applicare verso paesi con i quali si è in pace e
contro i quali si è in guerra le stesse sanzioni? E' ingiustificabile in nome
del buon senso prima ancora che della decenza.
Un simile
comportamento risulta illogico ed incoerente anche se si vuole prendere in
esame la dimensione ideologica del confronto. Certo, Cuba è e continuerà ad
essere un paese socialista. E allora? Con la Cina per Washington non c’è nessun
elemento di condivisione ideologica e, anzi, il braccio di ferro strategico ed
anche militare nel Pacifico sottopone a prove severe lo stesso clima di pace
tra i due paesi; nonostante ciò la Cina non subisce nessuna sanzione ed anzi è
il paese destinatario della “clausola di nazione favorita negli scambi” con gli
Stati Uniti. L’Avana non pretende tanto, si accontenterebbe di un trattamento
coerente con le norme che regolano il consesso internazionale.
Il governo cubano
ha deciso di aprire una campagna d’informazione sullo stato dei rapporti con
gli USA che culminerà con il voto alle Nazioni Unite del prossimo 26 Ottobre.
Cuba, come ogni anno, presenterà all’Assemblea Generale una mozione per
chiedere alla comunità internazionale di pronunciarsi contro il bloqueo, una
misura genocida ed anacronistica che aggredisce nel profondo gli stessi diritti
umani dei cubani e serve solo ad accontentare le pulsioni dell’ultradestra
statunitense. Vedremo come voterà il rappresentante statunitense a New York.
Come prassi, il voto vedrà l’adesione del mondo intero, fatta eccezione forse
per Israele, che di fronte ai diritti umani di chiunque non viva nello Stato
ebraico ha un insopprimibile istinto di rifiuto.
Cuba discute, si
confronta, media su ogni aspetto dell’agenda politica che compone i rapporti
bilaterali e multilaterali. Ma, diversamente da quanto auspicano in Europa o
negli Stati Uniti, non transige sui principi, né si siederà mai a discutere in
assenza di un riconoscimento della sua identità politica e della propria
sovranità nazionale. Non lo ha fatto per 58 anni, non vi sono ragioni per cui
dovrebbe farlo ora, visto che proprio la sua resistenza ha determinato il
riconoscimento statunitense degli errori commessi.
Le gravi
privazioni che il popolo cubano patisce dal 1962 hanno nel blocco economico e
commerciale la loro ragione. Un blocco che, se in assenza di relazioni era
comunque ingiusto e genocida, diventa paradossale dopo la riapertura delle
relazioni diplomatiche. Le sofferenze dei cubani non possono proseguire oltre.
Spetta a Obama darsi da fare, passare dalle parole ai fatti. E dimostrare che
l’accettazione di un errore serve soprattutto a non ripeterlo all’infinito.
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mercoledì 12 ottobre 2016
Sabato 22 ottobre ore 20:30
al Circolo “La Marina” a Cesano di Senigallia
Via Strada Settima, 60 (lato monte della rotatoria Bar Tabaccheria
Uliassi)
CENA
con il seguente menù:
·
Antipasto cubano: piccadillo a la habanera (riso, fagioli neri e carne)
·
Primo: pasta all’Amatriciana
·
Secondo: stinco di maiale al forno con patate, insalata
· Dolce cubano, vino Lacrima o Verdicchio, acqua, e naturalmente Ron
Cubano!
BALLO
con “Beatriz & Achevere de Cuba”
Il costo della serata è di € 20 menù alternativo per vegetariani da richiedere
al momento della prenotazione
Parte del ricavato della cena sarà
destinato alla sottoscrizione aperta per contribuire alla ricostruzione del
centro scolastico di Baracoa nell’oriente cubano recentemente distrutto
dall'uragano Matthew che ha seminato oltre 1000 vittime ad Haiti e diversi
morti negli Stati Uniti of America. Nonostante gli ingenti danni materiali
l’uragano non ha provocato nessuna vittima in tutta Cuba, merito
della macchina organizzativa della Rivoluzione e dell'attenzione che il
socialismo cubano riserva per ogni suo singolo cittadino. Considerazioni che
non troveremo mai su giornali e tv.
Per evitare sprechi siete pregati di prenotare
entro GIO 20/10 telefonando ai seguenti nr:
Peppe 339/8242575 –
Albinella 333/3806715 -
Maurizio 333/3745938
Chi lo vorrà potrà inoltre cogliere l'occasione per sottoscrivere la
tessera 2016.
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