Sostegno a Cuba e condanna degli USA nella ONU
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha difeso Cuba di fronte agli attacchi del presidente Bush nelle Nazioni Unite ed ha denunciato il blocco brutale e inumano imposto da Washington, ha segnalato PL.
"Coloro che si presentano come la più grande democrazia del mondo, sono in realtà una tirannia, la più grande dittatura. Bush oggi ci ha mancato di rispetto", ha aggiunto il leader sandinista nel suo discorso nella ONU, ed ha aggiunto che è incredibile che Bush si permetta di parlare di Cuba, dato che rappresenta un sistema che ha organizzato tentativi d’assassinio del presidente Fidel Castro ed che è impegnato nel mantenimento di un blocco brutale contro l’Isola.
Ortega ha anche denunciato le aggressioni di ogni genere sofferte dall’eroico e nobile popolo cubano, ed ha ricordato i Cinque patrioti cubani prigionieri politici dell’impero dal 1998, per aver combattuto il terrorismo.
UN ORDINE D’ARRESTO CONTRO BUSH
Forti proteste contro Bush gridate davanti all’edificio della ONU hanno caratterizzato i momenti in cui il presidente Bush parlava di fronte all’Assemblea Generale.
Una coalizione di attivisti contro la guerra ha formato cortei funebri ed ha marciato attraverso New York sino all’edificio della ONU. I manifestanti hanno cercato d’entrare nell’Assemblea Generale per consegnare a Bush l’ordine del suo arresto, ha reso noto Democracy Now.
IL PRESIDENTE DELL’IRAN CRITICA GLI USA
Il presidente dell’Iran, Mahmoud Ahmadinejad, ha criticato duramente gli Stati Uniti all’inizio del suo discorso nell’Assemblea Generale della ONU, accusandoli di violare i diritti umani, ha riportato AFP.
"Disgraziatamente i diritti umani sono violati da certe potenze, ampliamente, e soprattutto da quelle che fingono d’essere i soli difensori dei diritti", ha detto Ahmadinejad.
Installare prigioni segrete, sequestrare persone, giudizi e condanne segrete senza processo, registrazioni telefoniche, interruzioni della posta elettronica... tutto questo è diventato un modo d’agire comune, ha denunciato.
SOLIDARIETÀ CON I CINQUE A NEW YORK
Il ministro degli esteri cubano, Felipe Pérez Roque, ha ringraziato le numerose organizzazioni di solidarietà con la causa dei Cinque, per il loro crescente appoggio e li ha esortati a continuare nella battaglia sino a ad ottenere la loro liberazione, durante un incontro che si è svolto martedì 25, come parte della Giornata Internazionale di Solidarietà con i Cinque Eroi.
Il ministro ha parlato della battaglia che il popolo cubano combatte per affrontare il blocco economico imposto da Washington ed ha posto in risalto l’isolamento yankee in questa politica.
"Gli USA ogni anno ricevono la condanna della comunità internazionale nell’Assemblea Generale della ONU", ha ricordato.
Erano presenti all’incontro anche il reverendo Lucius Walker, coordinatore dell’organizzazione inter-religiosa Pastori per la Pace e Leonard Weinglass, uno degli avvocati della difesa dei Cinque. (Traduzione Granma Int.)
Cuba all'Assemblea dell'Onu: Lo spreco e la frenesia consumistica minacciano l’umanità
“Mettere fine allo spreco e alla frenesia consumistica che promuovono le grandi corporazioni e i gruppi di potere di un ridotto gruppo di paesi sviluppati - che vivono nell’opulenza a discapito della perpetuazione della povertà e del sottosviluppo in una vasta periferia di paesi poveri in cui migliaia di milioni di persone vivono male - è diventato un fattore chiave per la sussistenza dell’umanità”: così il ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque si è rivolto ieri all’Assemblea generale dell’Onu, parlando, nella prima parte del suo intervento, come presidente del Movimento dei paesi non allineati.
“Molti nostri paesi del Sud continuano a essere vittime di inammissibili atti di aggressione da parte dei potenti di sempre motivati, principalmente, dall’insaziabile appetito di risorse strategiche” ha proseguito Pérez Roque, aggiungendo: “Dietro la falsa litania della libertà e della democrazia si tenta di consacrare il saccheggio delle risorse naturali del Terzo Mondo e controllare zone di crescente importanza geostrategica...”. Il rappresentante dell’Avana ha quindi deplorato che “oggi non si sta procedendo verso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio...la povertà non diminuisce, cresce la disuguaglianza...Il miliardo di persone che vive nei paesi sviluppati consuma circa la metà dell’energia totale, mentre quasi due miliardi di poveri non conoscono ancora l’elettricità...È questo il mondo che dobbiamo accettare? Se si vuole davvero trovare il denaro – 150 miliardi di dollari sono necessari per raggiungere gli Obiettivi del Millennio – si rispetti l’impegno di destinare lo 0,7 del Pil agli aiuti....si condoni il debito estero...si concluda il ciclo negoziale di Doha...si riconosca il nostro diritto allo sviluppo. I paesi non allineati non necessitano di elemosina, necessitiamo ed esigiamo giustizia”. Nella seconda parte del suo discorso Pérez Roque ha parlato “a nome di Cuba”, deplorando “lo scandaloso e volgare atteggiamento del presidente degli Stati Uniti ieri mattina in questa sala”, quando Bush ha affermato che “il regime del dittatore crudele sta arrivando alla sua fine” con un chiaro riferimento a Cuba. “Avere potenti armi nucleari non dà alcun diritto sui diritti dei 191 popoli qui rappresentati – ha detto Pérez Roque - Bush parla di democrazia ma tutti sappiamo che mente. È arrivato alla presidenza con la frode e l’inganno...”.
“Mettere fine allo spreco e alla frenesia consumistica che promuovono le grandi corporazioni e i gruppi di potere di un ridotto gruppo di paesi sviluppati - che vivono nell’opulenza a discapito della perpetuazione della povertà e del sottosviluppo in una vasta periferia di paesi poveri in cui migliaia di milioni di persone vivono male - è diventato un fattore chiave per la sussistenza dell’umanità”: così il ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque si è rivolto ieri all’Assemblea generale dell’Onu, parlando, nella prima parte del suo intervento, come presidente del Movimento dei paesi non allineati.
“Molti nostri paesi del Sud continuano a essere vittime di inammissibili atti di aggressione da parte dei potenti di sempre motivati, principalmente, dall’insaziabile appetito di risorse strategiche” ha proseguito Pérez Roque, aggiungendo: “Dietro la falsa litania della libertà e della democrazia si tenta di consacrare il saccheggio delle risorse naturali del Terzo Mondo e controllare zone di crescente importanza geostrategica...”. Il rappresentante dell’Avana ha quindi deplorato che “oggi non si sta procedendo verso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio...la povertà non diminuisce, cresce la disuguaglianza...Il miliardo di persone che vive nei paesi sviluppati consuma circa la metà dell’energia totale, mentre quasi due miliardi di poveri non conoscono ancora l’elettricità...È questo il mondo che dobbiamo accettare? Se si vuole davvero trovare il denaro – 150 miliardi di dollari sono necessari per raggiungere gli Obiettivi del Millennio – si rispetti l’impegno di destinare lo 0,7 del Pil agli aiuti....si condoni il debito estero...si concluda il ciclo negoziale di Doha...si riconosca il nostro diritto allo sviluppo. I paesi non allineati non necessitano di elemosina, necessitiamo ed esigiamo giustizia”. Nella seconda parte del suo discorso Pérez Roque ha parlato “a nome di Cuba”, deplorando “lo scandaloso e volgare atteggiamento del presidente degli Stati Uniti ieri mattina in questa sala”, quando Bush ha affermato che “il regime del dittatore crudele sta arrivando alla sua fine” con un chiaro riferimento a Cuba. “Avere potenti armi nucleari non dà alcun diritto sui diritti dei 191 popoli qui rappresentati – ha detto Pérez Roque - Bush parla di democrazia ma tutti sappiamo che mente. È arrivato alla presidenza con la frode e l’inganno...”.
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