martedì 22 ottobre 2013

In viaggio, per porre fine all'embargo Usa

di Roberto Livi 1200 miliardi di $: è il costo del «blocco» che, rinnovato da Obama, dura da 50 anni. Il contrasto, anche economico, ora c'è: i 180mila viaggi di cubani nel mondo, grazie alla riforma di Raúl Castro e i ritorni dei cubanoamericani Eduardo Fabio è un piccolo mulatto, un anno compiuto da poco, steso su un lettino del Cardiocentro pediatrico William Soler dell'Avana. Respira da un tubo di ossigeno e sul petto ha i sensori che ne misurano i dati cardiaci. È stato operato da poco per un difetto cardiaco, associato alla Sindrome di Down. Piccolo, malato, non sa di essere un nemico del più grande impero, gli Stati Uniti, che dal 1962 hanno decretato un blocco economico-finanziario contro Cuba, che rende difficile e molto costoso reperire materiale medico per curare casi come il suo: tra maggio 2012 e aprile 2013, il governo cubano ha dovuto pagare un extra di 39 milioni di dollari per procurarsi medicamenti, vaccini e materiale sanitario aggirando l'embargo. Di fronte al corpicino di Eduardo Fabio si erge dunque una montagna di denaro, quasi 1200 miliardi di dollari, quasi mille miliardi di euro, una trentina di finanziarie. È l'ammontare dei danni per Cuba del cinquantennale embargo, rinnovato nel settembre 2012 dal presidente Obama. Nella valutazione dei danni, espressa di fronte ai giornalisti riuniti in una sala dell'ospedale William Soler, il viceministro degli Esteri, Abelardo Moreno ha messo in luce come nel 2009, al momento di insediarsi, Obama avesse annunciato una nuova politica verso l'Avana. E come, cinque anni dopo, non solo abbia mantenuto il blocco economico, ma in alcune sfere economico-finanziarie lo abbia reso più duro. I dati forniti da Moreno fanno parte del documento - si può consultare in internet in www.cubavsbloqueo.cu - che Cuba presenterà tra una ventina di giorni all'Assemblea dell'Onu per chiedere una risoluzione di condanna del blocco economico statunitense. E come capita ormai dal 1992, l'Avana avrà l'appoggio della quasi totalità dei Paesi membri (l'anno scorso 188 paesi hanno appoggiato la risoluzione di Cuba e tre, Usa, Israele e isole Palau, hanno votato contro). L'embargo prevede infatti sanzioni degli Stati Uniti verso imprese e istituti finanziari, non solo statunitensi ma anche internazionali, che accettino di commerciare o avere rapporti con Cuba. Tra gennaio e settembre di quest'anno gli Usa hanno obbligato trenta compagnie, nordamericane e straniere, a pagare 2.446 milioni di dollari per aver avuto relazioni con l'Avana. Con che diritto?, si è chiesto Moreno, visto che Washington sta violando anche le norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Questo è l'inizio del post. E questo è il resto.

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