L'anziano leader rivoluzionario ha parlato al Congresso del
Pcc. Ha ricordato quando da ragazzo studiava le idee marxiste-leniniste che non
ha mai abbandonato.
E' una giornata storica questa. Il 19 aprile del 2016 per
chi è stato comunista, anche solo per pochi anni della sua vita, non potrà
essere scordato. L'anziano leader rivoluzionario ha pronunciato forse il suo
ultimo discorso nella sessione di chiusura del VII Congresso del Partito
Comunista Cubano (PCC). Ha rivendicato con forza le sue radici
marxiste-leniniste, perché lui ne va fiero, non rinnega. Accolto da una
standing ovation e cori di affetto dai banchi dei delegati ("Fidel!
Fidel!") l'ex presidente cubano si è seduto accanto al suo successore e
fratello, Raul Castro - oggi rieletto primo segretario del PCC - per un breve
messaggio di ringraziamento. "Forse questa è una delle ultime volte che
parlerò in questa sala", ha detto, ricordando che "fra poco compirò
90 anni" e "sarò come tutti gli altri: per tutti giunge la nostra
ora, ma comunque sia rimarranno le idee dei comunisti cubani, a dimostrazione
che in questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, si possono produrre
i beni materiali e culturali di cui hanno bisogno gli esseri umani".
"Non dovranno passare altri 70 anni perché avvenga un
altro fatto come la Rivoluzione Russa, perché l'umanità possa disporre di un
altro esempio di grandiosa rivoluzione sociale", ha aggiunto Fidel, che ha
ricordato con accenti nostalgici come da giovane si è impegnato "nello
studio del marxismo leninismo, senza un precettore che mi aiutasse", ma
confortato da "una totale fiducia nell'Unione Sovietica".
Le immagini diffuse dai media ufficiali cubani -il congresso
del PCC si è svolto a porte chiuse- mostrano al 'Lider Maximo' della
Rivoluzione sempre seduto, vestito con una tuta sportiva, come l'ultima volta
che era stato visto in pubblico, dopo un'assenza di nove mesi, lo scorso 8
aprile.
In quanto al congresso del partito, oltre a rieleggere Raul
Castro e il suo numero due, Josè Ramon Machado Ventura, i delegati hanno
confermato la linea "riformista" varata dalla loro precedente
assemblea nel 2011, escludendo qualsiasi possibilità di "politica di
shock" o di "privatizzazione neoliberale", che costituirebbero
una "restaurazione del capitalismo" e comporterebbero "danni
gravi per i diritti e gli interessi" dei cubani. "Non siamo ingenui,
né ignoriamo l'influenza di potenti forze esterne che scommettono su quello che
chiamano il rafforzamento delle forze non statali di gestione, con l'obbiettivo
di creare agenti di cambiamento, per porre fine alla Rivoluzione e al
socialismo a Cuba", ha avvertito Raul Castro.
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