– da il
Manifesto del 12/04/19.
Tante volte sono andato a incontrare Julian Assange all’interno
dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, soprattutto quando il presidente era
Rafael Correa e l’ambasciata sembrava uno spazio liberato.
L’ho incontrato nuovamente poche settimane fa. Lenin Moreno,
il successore di Correa, aveva capitolato a tutti i livelli, davanti all’impero
statunitense.
L’ambasciata era diventata un carcere, la salute di Julian
si era deteriorata. Non aveva dubbi sul fatto che Moreno avrebbe risposto
positivamente alla richiesta di espellerlo dall’ambasciata. La richiesta di
estradizione da parte di Washington non era più un segreto.
E ieri l’ambascita lo ha consegnato alla polizia britannica.
Se vivessimo in un mondo dove le leggi sono rispettate, Assange sarebbe
processato per violazione delle norme sulla cauzione (un reato non grave),
multato o tenuto in carcere per poche settimane e poi rilasciato per
permettergli di far ritorno nella sua Australia. Ma sia il Regno unito che
l’Australia sono satrapi imperiali, acquiescenti alle richieste degli Stati
uniti. Lo Stato segreto (non così segreto) in entrambi i paesi lavora in
stretto contatto con i padroni statunitensi, o meglio ai loro ordini.
Perché lo vogliono così tanto? Perché serva da esempio.
Vogliono imprigionarlo e isolarlo come monito, così da evitare che altri
seguano il cammino di WikiLeaks. Chelsea Manning è stata nuovamente arrestata
perché ha rifiutato di testimoniare contro di lui davanti al Grand Jury. Dal
momento che i servizi segreti russi e cinesi sono piuttosto al corrente delle
mosse degli Usa nella maggior parte del mondo, la minaccia posta da WikiLeaks
consisteva nel fare arrivare le informazioni a ogni cittadino in possesso di un
computer, in qualunque parte del mondo.
LA POLITICA ESTERA degli Stati uniti e dell’Unione europea e
le loro guerre post-11 settembre si sono fondate su menzogne, promosse dalle
reti televisive e dai media globali e spesso credute dalla maggioranza dei
cittadini nordamericani ed europei. Le informazioni che smascherano queste
bugie smontano le scuse – i diritti umani, la democrazia, la libertà… –
avanzate per giustificare le guerre. WikiLeaks ha esposto tutto questo,
pubblicando documenti classificati in grado di illuminare a giorno le
motivazioni reali.
È UN RECORD INCREDIBILE. Allo stato attuale, WikiLeaks ha
pubblicato tre milioni di documenti diplomatici e altre registrazioni del
Dipartimento di Stato, per un totale di oltre due miliardi di parole. Un corpus
incredibile e insuperabile che se fosse stampato arriverebbe a migliaia di
volumi, qualcosa di completamente nuovo nel mondo. Ecco dove Internet diventa
una forza sovversiva, in grado di sfidare le reti di propaganda dell’ordine
esistente. Assange e i suoi colleghi hanno dichiarato apertamente che i loro
bersagli principali erano l’impero statunitense e le sue operazioni globali.
La risposta delle istituzioni Usa è stata isterica e comica.
La Libreria del Congresso ha bloccato l’accesso Internet a WikiLeaks. Gli
Archivi nazionali statunitensi hanno bloccato anche l’accesso al proprio
database riguardo alla parola «WikiLeaks». Il tabù è diventato assurdo, come un
cane che abbaia insensatamente a qualunque cosa, anche alla propria coda.
COME HA DETTO Julian Assange: «Nel marzo 2012, il Pentagono
ha addirittura creato un filtro automatico per bloccare i messaggi di posta
elettronica, compresi quelli destinati al Pentagono, che contenessero la parola
WikiLeaks». E così, i procuratori del Pentagono che accumulavano le prove
contro l’analista di intelligence statunitense Manning, accusata di essere la
fonte di WikiLeaks, non riuscivano a ricevere importanti email da parte del
giudice o della difesa. Il governo britannico ripete che rispetterà le leggi.
Vedremo. Il Dipartimento della giustizia statunitense ha dichiarato che negli
Usa Assange potrebbe essere condannato a cinque anni di carcere. Diane Abbot,
membro influente del governo ombra di Jeremy Corbyn, ieri ha detto in
Parlamento: «Vogliamo sottolineare che la ragione per la quale parliamo di
Julian Assange questo pomeriggio – siccome l’unica imputazione che potrebbe
essergli mossa in questo paese riguarda la violazione dei termini della
cauzione – ha interamente a che vedere con le attività di denuncia di Julian
Assange e di WikiLeaks.
Questo lavoro ha smascherato guerre illegali, omicidi di
massa, uccisioni di civili e casi di corruzione su grande scala, e ha messo
Assange nel mirino dell’amministrazione statunitense.» Abbot ha aggiunto:
«Julian Assange non viene perseguito per proteggere la sicurezza nazionale
degli Stati uniti, ma perché ha esposto i crimini delle amministrazioni
statunitensi e delle relative forze armate»
I PROSSIMI GIORNI e settimane ci diranno. Intanto, WikiLeaks
e il suo fondatore meritano la solidarietà di tutti coloro i quali ritengono
che i cittadini del mondo non debbano essere trattati come bambini e che la
maggior parte dei politici nell’orbita statunitense ed europea non siano degni
di fiducia e cerchino in tutti i modi di evitare che le loro menzogne, la loro
corruzione siano resi noti al mondo.
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