giovedì 10 marzo 2011

13 anni d'ingiustizia!


Silvia Baraldini ad Ancona per parlare dei 5 cubani imprigionati da 13 anni negli Usa
Sabato 12 marzo, alle 18, al circolo Germontari l’incontro con l’attivista italiana


Silvia Baraldini ad Ancona. Sabato prossimo, 12 marzo, alle ore 18, l’attivista italiana per i diritti civili dei neri, studiosa ed esperta del continente americano, sarà al circolo operaio Germontari – Arci (via colle verde, 2 – zona Grazie), per parlare della vicenda dei 5 cubani antiterroristi, da tredici anni rinchiusi ingiustamente nelle prigioni statunitensi. L’iniziativa è stata organizzata dal circolo “Sado Sadovski” di Senigallia dell’Associazione nazionale di amicizia Italia – Cuba e sarà l’occasione per parlare, a partire dalla vicenda dei 5 cubani e di Silvia Baraldini, di carcere e ingiusta detenzione.

La vicenda inizia nel 1998 quando 5 cittadini cubani vengono incarcerati negli Usa con l’accusa di cospirazione. I cinque si trovavano a Miami per monitorare le attività dei gruppi terroristi che risiedono e operano dalla Florida contro l’isola delle Antille. Nel 2005 la storia dei cubani viene esaminata da un Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite che, a conclusione delle indagini, definisce la loro detenzione “arbitraria e in contrasto con l’articolo 14 della Convenzione internazionale dei diritti civili e politici della quale fa parte gli Stati Uniti”. Non solo. Secondo l’Onu, il processo con cui sono stati condannati non si è svolto “con le norme del processo giusto” e, quindi, il governo degli Usa deve “adottare i mezzi necessari per porre rimedio a questa situazione”. L’anno seguente, anche la Corte d’Appello di Atlanta ha chiesto l’annullamento del processo del 1998. Ad oggi, però, i 5 cubani sono ancora imprigionati negli Stati Uniti.

Una vicenda, quella dei 5 cubani, che si accosta a quella di Silvia Baraldini. Membro del partito rivoluzionario delle Black Panther Party che lottava per i diritti civili dei neri, fu condannata nel 1983 a 43 anni di reclusione per concorso in evasione, associazione sovversiva e ingiuria al tribunale per non avere denunciato gli altri membri del movimento comunista “19 maggio” di cui faceva parte.
Una pena considerata da molti sproporzionata e ingiusta. Alla Baraldini, inoltre, venne applicata la legge Rico, usata nei casi di mafia, che prevedeva di fare scontare a una singola persona le accuse contestate all’intero gruppo di appartenenza.
Dopo 16 anni di carcere negli Stati Uniti, nel 1999 Silvia Baraldini è tornata in Italia grazie all’impegno dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto. Nel 2006, per effetto dell’indulto, è stata scarcerata, anticipando di 2 anni l’uscita di prigione.

Dunque, l’ingiusta detenzione sarà al centro dell’incontro di sabato pomeriggio. Tema a cui si aggiungerà la riflessione sull’attuale situazione delle carceri italiane, tra sovraffollamento e difficoltà di garantire i diritti fondamentali ai detenuti.
All’incontro interverranno anche Roberto Mancini, capogruppo di Partecipazione al Comune di Senigallia e Marcello Pesarini dell’Osservatorio permanente sulle carceri.

La serata si concluderà con una cena (€ 20) il cui ricavato andrà a sostegno della campagna di informazione sul caso dei 5 cubani. (Info e prenotazioni ai numeri 333 3806715 – 335 423701 – 339 8242575 – 333 3745938)

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