mercoledì 12 gennaio 2011

L'aiuto di Cuba ad Haiti.


Il terremoto del 12 gennaio 2010 ha ucciso 250000 haitiani. Un uragano ha colpito la popolazione il 5 novembre lasciando almeno 1,5 milioni di persone senza un tetto sulle loro teste. Il colera è arrivato nella metà di Ottobre infettando oltre 80000 persone e uccidendone almeno 2100. Gli esperti dicono che in sei mesi il colera infetterà mezzo milione di persone.
I medici cubani sono in prima linea nel curare le vittime del terremoto inoltre, fino ad ora, si sono presi cura di più del 40% degli ammalati di colera. Sono infatti più di 900 i dottori e gli operatori sanitari impiegati nei 36 centri per la cura del colera. Un portavoce delle Nazioni Unite, Niguel Fisher, ha comunicato che gli operatori cubani lavorano in quasi tutti questi centri.
Hanno salvato delle vite. Complessivamente il 2,3% di 69.776 persone sono morte, ma tra le 25521 curate dai medici cubani la percentuale scende al di sotto dell’1%. Il medico argentino Emiliano Marisca, specializzatosi a Cuba e ora volontario ad Haiti, attribuisce questo successo alla fiducia che i medici cubani hanno guadagnato dopo 12 anni di presenza ad Haiti, dove si sono avventurati anche nelle località più remote per curare le persone.
[...] Il silenzio dei media corporativi fa innervosire Angel Guerra Cabrera, giornalista del giornale messicano La jornada: “Ho perso il conto di tutte le interviste e i report con [...] ong dentro e fuori di Haiti nelle quali la parte dell’aiuto cubano viene completamente dimenticata”.
Tralasciando il colera la popolazione haitiani sta vivendo nelle più atroci delle condizioni. Solo il 2% dei detriti lasciati dal terremoto sono stati rimossi da Port au Prince. La maggior parte degli haitiani, senza lavoro e senza educazione formale vive nella povertà estrema. La speranza innalzata nella popolazione dopo la vittoria elettorale del 2000 del Presidente Jean-Bertrand Aristide fu cancellata dal colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti solo quattro anni più tardi.
[...] Degli oltre 5.3 miliardi di dollari, promessi per la ricostruzione dalle nazioni più ricche del mondo, soltanto il 2% di essi è stato consegnato. [...]

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