domenica 15 marzo 2009

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IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE, I MASS-MEDIA E IL POTERE - di Salim Lamrani*

Le élites mondiali, grazie al controllo che esercitano sulle multinazionali dell’informazione, impongono all’intera comunicazione una visione della realtà rigidamente interna a una cornice idelogica. Le presenti barriere dottrinali hanno il compito di rifiutare tutte le teorie alternative che pongono in discussione la legittimità dell’attuale ordine mondiale. Il ruolo dei mezzi di informazione, quindi, non è quello di offrire ai cittadini una oggettiva informazione, quanto di difendere l’ordine politico, economico e sociale: per farlo, utilizzano diversi metodi efficaci, dalla propaganda alla disinformazione, alla censura.

L’ideologia dominante presenta una caratteristica fondamentale: la feroce avversione per tutte le teorie alternative. Essa controlla, d’altronde, il “mercato delle idee” e si incarica di non concedere spazio alle opinioni eretiche. Le teorie che entrano nell’attuale cornice ideologica sono considerate oggettive e legittime, al contrario di tutto il pensiero dissidente, esterno a tale cornice e considerato soggettivo (cioè partigiano) e, di conseguenza, illegittimo. Un pensiero legittimo si avvicina a essere un culto arrendevole nei confronti dell’ordine stabilito.

I mezzi di comunicazioni svolgono un ruolo importante, persino preponderante, nella diffusione di tale pensiero unico. Per tale ragione, le multinazionali dell’informazione sono controllate da élites che hanno un grande interesse a mettere ai margini teorie eterodosse.

C’è un “caso-scuola” che si dovrebbe studiare attentamente in qualche centro di indagine sulla disinformazione, per il livello inimmaginabile di sofisticazione che ha raggiunto. Si tratta di Cuba, che rappresenta un caso unico, vista l’enorme differenza che esiste tra la rappresentazione ideologica trasmessa dai mass media e la realtà del Paese. L’intossicazione mediatica collegata alla questione cubana è talmente efficace che ha contaminato persino i settori più progressisti del mondo occidentale.

Il caso di Cuba è unico per il livello di disinformazione veicolata dai mezzi di comunicazione. La censura è la forma migliore per assassinare tutti i progetti alternativi alla corrente dominante. La censura è una necessità ideologica, dato che le elités sanno perfettamente che il confronto delle idee è attività sommamente pericolosa.

La alternativa storica al capitalismo che Cuba rappresenta è una sempiterna ossessione per i padroni del mondo. Agli occhi dell’ideologia dominante Cuba non è che una “dittatura” e uno “Stato totalitario”. Non perché i diritti umani non si rispettano, ma solo perché qui il sistema capitalistico dell’impresa privata non si erige a legge irremovibile.

Evidentemente, non è possibile un contraddittorio sulla realtà cubana, dato che tutte le impostazioni che non associno automaticamente Cuba ad una “tirannia” si eliminano dal quadro delle opinioni accettabili.

Ciononostante, per gli Stati Uniti la sottomissione della stampa non è sufficiente, e per questa ragione una legislazione speciale ed unica proibisce i viaggi a Cuba. La feroce volontà di silenziare la realtà cubana ha raggiunto un livello tale, che la OFAC impiega 24 persone con l’incarico di incalzare le persone che violano la suddetta legge, mentre solo 4 funzionari vigilano sui flussi finanziari suscettibili di essere sospettati in relazione all’appoggio al terrorismo internazionale. A partire dal 1990 il Dipartimento di Stato ha ammesso di aver effettuato solo 93 indagini sul terrorismo internazionale. Allo stesso tempo ne ha effettuate 10.683 “per impedire che persone nordamericane esercitino il diritto di andare a Cuba ”. In conseguenza delle 93 indagini sul terrorismo, il Dipartimento del Tesoro ha imposto un totale di 9.425 dollari di multa ai colpevoli, mentre ha imposto 8.000.000 di dollari di multe ai turisti statunitensi colpevoli di aver visitato l’Isola.

Se si fa le seguente domanda ad un cittadino del mondo occidentale: ¿qual è il paese al mondo che dispone del più alto numero di professori pro-capite? La probabilità che la risposta sia Cuba è quasi nulla. La risposta comune più diffusa sarebbe Francia o Scandinavia. ¿Perché la nostra cultura politica occidentale ci lascia nell’ignoranza seppellendoci sotto una montagna di bugie circa la realtà cubana? Semplicemente perché quella verità è molto pericolosa per l’ordine stabilito. Se si presentasse ai cittadini un panorama obiettivo e onesto a proposito di Cuba, essi potrebbero chiederne conto ai propri dirigenti In effetti se una piccola nazione del Terzo Mondo, vittima peraltro di un castigo economico senza precedenti, può raggiungere un simile livello di sviluppo umano, ¿quale benessere potrebbero raggiunge gli abitanti di una nazione “sviluppata” se le risorse si destinassero alla maggioranza e non ad una minoranza? Di qui l’importanza di mantenere la popolazione occidentale in uno stato di totale ignoranza.

Alla stessa maniera, ¿quante persone sanno che Cuba dispone del numero più elevato al mondo di medici e professori per abitante? ¿Chi sa che il tasso di mortalità infantile a Cuba è inferiore a quello degli Stati Uniti? ¿Chi sa che Cuba dispone attualmente di oltre 30.000 medici inviati nei paesi poveri del Terzo Mondo?

¿Perché il grande capitale economico e finanziario investe nella stampa che è un settore estremamente deficitario? E’ economicamente assurdo ma ideologicamente estremamente efficiente. L’obiettivo di questi investitori non è produrre profitti ma controllare le idee e ridurre il quadro convenzionale del dibattito permesso.

Il quadro ideologico stabilito in seno ai media censura i dibattiti veri. Di fatto la stampa, proprietà di grandi gruppi economici e finanziari, ostenta caratteristiche così poco democratiche da rappresentare un pericolo.



* Ricercatore all’Università “La Sorbonne” – Paris; docente all’Università “Paris Descartes”

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